lunedì 20 marzo 2017

Accappatoio Rosso


Liberamente ispirato da Nietzsche:
Due cose ricerca il vero uomo: il pericolo e il giuoco. Per ciò egli desidera la donna, ch’è il trastullo più pericoloso.


Non abbiamo parlato, se non in minimo indispensabile. Mi sono nascosto nel silenzio e nella superficialità. Nulla avrei potuto dirti che avesse avuto un senso compiuto. Siamo stati incompiuti da sempre, abbiamo scelto di non giungere al compimento. I suoni, quelli sì c’erano: era la musica generata dai nostri corpi, suoni di una magia che fummo capaci di creare, che forse è venuta a noi e che non siamo capaci di dissolvere. Apparentemente selvaggio, quasi volgare, ma un solo istante resterà immortalato nella memoria. Quella carezza muta come le nostre labbra a ricordare che non eravamo bestie selvatiche durante l’accoppiamento, ma solo due viandanti separati da maschere e convenzioni sociali. Tanto la parola come il silenzio rendono complici, avvicinano, ma possono separare se il diavolo ci mette lo zampino, e il diavolo siamo noi che ci attraiamo per respingerci. Il tuo ansimare, ricerca di dovuto piacere è l’unica ricerca nella quale posso esserti d’aiuto. Vederti è sempre una sconfitta e il tuo piacere la mia dannazione.

Ti avvolgo nell’accappatoio rosso, ti sta così bene il rosso, ricordo quando ti cinsi i fianchi la prima volta e da allora ogni volta te lo chiudo abbracciandoti dalle spalle. È un piccolo rituale, il gesto insignificante del prendermi cura di te, pochi secondi ancora prima di rimette gli abiti della vita vera.

Ti vedo andar via, come sempre so che non ti rivedrò, come sempre aspetto che un domani tu mi faccia cenno per essere di nuovo mia.

Non abbiamo parlato, mi sono apparentemente disinteressato a te, mi sono preso cura del tuo corpo poiché l’anima me l’hai negata con un sorriso.

Mi infilo la camicia ed accendo una blondes, sorseggio lo champagne che ormai è diventato caldo, non importa, compenserà il gelo della nostra distanza. Ancora un sorso, ancora una boccata di fumo e sono pronto per scriverti che ti desidero, che desidero Te e non solo il tuo corpo. Spengo il telefono, accendo un’altra blondes e guardo l’accappatoio rosso prima di riporlo nella scatola dei ricordi che è l’assenza di te.
Vostro
Wolf Inkless
Immagine presa dalla rete



sabato 18 marzo 2017

Stop Word


Scrivere facendo i funamboli tra un articolo e omettendo una congiunzione.

 
Ciao, oggi vi scrivo dal mio letto, tanta bua, chi viene a farmi le coccole? Sì, mi sento un teletubbies. Sarà la febbre, ma oggi mi è venuta voglia di parlarvi delle Stop Word. Queste paroline magiche che si solito sono articoli, preposizioni, congiunzioni ed altre parole, sono un incubo per molti creatori di contenuti.

Queste paroline sono un problema tanto per i Ghostwriter quanto per i creatori di contenuti web ad alto contenuto SEO. Non chiedetemi, almeno oggi, cosa significhi questa frase, ma suona bene. Per il web sono un problema perché spesso i motori di ricerca non ne tengono conto, quindi inserirle in una parola chiave potrebbe diminuire la possibilità di indicizzazione. Ah, giusto per chi ancora non lo sapesse, le parole chiave possono essere composte anche da più di una parola. Non dobbiamo dimenticare, che chi paga per articoli, soprattutto per il web, spesso non è interessato ad avere dei lettori, ma degli utenti (leggi clienti), per avere molti utenti per alcuni vige la legge della indicizzazione e il vangelo degli esperti di web marketing. Questo è vero solo per chi ha fretta e per chi vede solo nelle parole chiave gli strumenti di ottimizzazione o per farsi trovare in rete, in realtà e per fortuna gli strumenti e le possibilità sono maggiori di quello che si creda. E alla fine Google è molto più intelligente di molti creatori di contenuti e si adegua anche all’esperienza dei suoi utenti, lui (Google) sì che fa di tutto per renderli felici…

…io no, ho un blog sgangherato, come me oggi, una paginetta su Facebook, l’uccellino lo uso per altro e non per twittare, sono un fantasma quindi non vengo in foto ed addio Instagram e varie G+ mi spinge alla ricerca di altri punti G, insomma sono un pessimo fantasma social…

…tornando al mestiere di Ghostwriter, perché sono importanti le stop word? Perché molti dei nostri clienti, soprattutto siti che ingaggiano autori per articoli inferiori alle 500/600 parole e pagano a parola, non tengono conto delle stop word quando devono contabilizzare il valore economico di un pezzo. Questo implica che molti autori le eviteranno come la peste, scrivendo una lingua aliena pur di guadagnare il più possibile. Io, per fortuna, sono una cortigiana che fa il mestiere per passione. Non penso sia importante soprattutto in certi articoli preoccuparsi di queste odiose parole. Per me è importante o divertirmi o essere professionale, in entrambi i casi non ometto nessuna parola. Se mi diverto quel che viene va bene, se proprio devo essere professionale allora non starò a guardare le stop word, ma cucirò come una brava sartina il pezzo su misura in base alle esigenze del mio cliente.

Ora torno sotto le coperte, se qualche volontaria si offre per un brodino caldo, come infermiera o per tante coccole sa dove trovarmi

Vostro

Wolf Inkless
 
 

 

venerdì 17 marzo 2017

Mickeymouse03, Andrea Mauri, romanzo di Andrea Mauri


Ciao, oggi torno a Roma per incontrare, virtualmente, come nel mondo virtuale della rete si incontrano i protagonisti del romanzo Mickeymouse03, Andrea Mauri. Andrea è avvezzo alla scrittura sin da giovanissimo e dal 1995 è in Rai come redattore, oggi si occupa dell’archivio storico. Il suo romanzo Mickeymouse03 edito da Alter Ego edizioni, è un romanzo moderno e affronta tematiche che non possono non essere prese in considerazione dall’uomo contemporaneo. Il lavoro di Andrea prende il titolo dal nickname di uno dei due protagonisti. Una storia <<vera>>, come è vero che molti, anche se non lo ammetterebbero neanche sotto tortura, hanno conosciuto un partner stabile od occasionale in qualche chat. Non solo il problema del genere e della omofobia, come ad esempio quella di Sergio, fratello di Michele protagonista del romanzo, ma anche in una qualche maniera anche i problemi, veri o presunti, attuali o antichi, di quanti sono legati ad una scelta di vita forte, come quella di indossare una <<tonaca>> e prendere i voti. Il finale? Non posso raccontarvelo, ma posso riportarvi una istantanea dalla quarta di copertina: (Michele) È stanco di nascondersi. Lo ha fatto per i lunghi e difficili anni vissuti in famiglia, alle prese con Sergio, il fratello omofobo, e con una madre che ha deciso di non conoscerlo veramente a fondo. Michele lotta così tra l’istinto di escludere il fratello dalla sua vita e il desiderio di renderlo partecipe dei suoi sentimenti. Questo rapporto ambiguo con Sergio si insinua nella relazione instabile tra Michele e Francesco e ne sconvolge gli equilibri, trascinando gli eventi a una svolta drammatica che segnerà il destino dei protagonisti del romanzo.

Fuori onda, vorrei condividere con voi un pensiero su itagnolo75, il nickname di Francesco. Non vi ricorda forse Lucignolo? sì proprio il personaggio della storia di Collodi. Fermo volutamente qui le mie considerazioni, ma voi volate con la fantasia.
Vostro
Wolf Inkless
 


mercoledì 15 marzo 2017

Sono il Signor Wolf risolvo problemi


 
 
 
Ciao a tutti, oggi vi ripropongo alcune scene di un classico: Pulp Fiction. Questo video, in una versione più o meno estesa, è utilizzato, spesso, dai formatori durante i meeting di venditori. Lo scopo è quello, teorico, di motivarli e far comprendere le competenze consulenziali di un venditore. Detto questo vi domanderete cosa c’entra questo con me. Nulla. Il motivo per cui ho deciso di inserire questo video è duplice. Il primo è che essendo omonimo del celebre Wolf ed essendo un fan di Tarantino ho piacere di condividerlo con voi. Il secondo è di natura “promozionale”, come il Sig. Wolf del film risolvo problemi e alla svelta. Avete una presentazione da fare? Dei volantini, comunicati o contenuti per il vostro sito da creare? Avete necessità di uno studio sul sesso nella Svezia del XIV secolo della nostra era? Avete bisogno di contenuti? Chiamatemi, scrivetemi, messaggiatemi (massaggiatemi se ve avete desiderio) e parliamone. Voi avete il problema io la soluzione! Il costo? Dipende dal guaio nel quale vi siete cacciati…


Vostro
Wolf Inkless
Video da Youtube

martedì 14 marzo 2017

Hotel del Salto tra fantasmi, suicidi e mostre


Ciao, mentre mettevo in ordine delle cartoline, vi ricordate quando se ne spedivano a decine?, ne ho trovata una proveniente dalla Colombia ed è tornata alla mente la storia di un luogo particolare.

L’architetto Carlos Arturo Tapias, non pensava di certo all’infausto destino che avrebbe avuto questo suo figlio mentre progettava l’elegante edificio con vista sulle cascate di Tequendama. Nelle intenzioni dell’architetto Tapias avrebbe dovuto essere un luogo che rappresentava eleganza e gioia. Questo Hotel con una vista mozzafiato su un bel panorama della Colombia, a due passi dalla città di Bogotà, è stato edificato negli anni venti del secolo scorso.

Durante gli anni quaranta divenne luogo di ritrovo per rissosi amanti dell’alcol e tra un pugno ed una spinta ogni tanto qualcuno faceva un salto di 157 metri per rinfrescarsi le idee nelle acque del fiume Bogotá. 

Pare che la clientela più affezionata di questo Hotel sia stata quella dei suicidi, provenienti da ogni angolo del pianeta per provare l’ebbrezza della morte con un tuffo dalla finestra della propria camera o dal tetto.

Così tanti morti non possono che richiamare altrettanti fantasmi e a quanto pare il luogo, Hotel del Salto, ne era infestato, non a caso i rari visitatori della struttura alberghiera chiusa negli anni novanta sono stati cacciatori di fantasmi ed amanti del brivido sino a quando la stessa non è stata ristrutturata.

Probabilmente, come confermano le fonti ufficiali, la chiusura di questo albergo è stata dovuta all’aria nauseabonda che arrivava dall’inquinato Rio Bogotà.

Oggi la struttura è riqualificata ed è diventata un Museo della biodiversità e della cultura delle cascate di Tequendama. Al fascino decadente e spettrale si sostituisce il fascino delle mostre che si possono ammirare nel museo e le bellezze della natura che questo luogo ha da offrire. Il merito della riqualificazione è stato di un progetto gestito dalla Ecological Farm El Porvenir e l’Istituto di Scienze Naturali dellUniversità Nazionale (ICN) Addio Hotel del Salto, benvenuta Casa Museo del Salto del Tequendama.
Vostro
Wolf Inkless
 
immagini prese dalla rete